In Puglia se ne trovano di tutti i colori sia rossi che bianchi, tutti baciati da un sole caldo e da terre fertili.

Già da prima della colonizzazione greca e ancor prima dei traffici commerciali con i Fenici, in Puglia era conosciuta la vite e la produzione di vino era attività consueta e largamente praticata. Quando sopraggiunse la colonizzazione romana i latini non poterono far altro che prendere atto che la viticoltura era già ampiamente diffusa e che i risultati erano assolutamente degni di nota, tanto che fra il primo secolo avanti Cristo e il terzo dopo Cristo furono molti i commenti lodevoli ai vini pugliesi.

Questa breve e poco esaustiva carrellata di vini pugliesi è solo un antipasto di quello che la Regione può realmente offrire.

Tra i più noti rossi pugliesi vanno annoverati sicuramente Negroamaro, Primitivo e Nero di Troia; i primi due collocati più a sud, famoso ad esempio il Negroamaro del Salento. Più a nord invece il Nero di Troia, che prende il nome dall’omonima città ma che è quasi certamente di origine greca. Queste uve, che danno origine a vini corposi, fruttati, generalmente poco tannici e con un buon tenore alcolico, non sono ovviamente le uniche, tra le molte altre vanno citate il Bombino, sia nero che bianco, e il Sussumaniello, che negli ultimi anni sta vivendo un vero e proprio periodo d’oro.

Presenti in Regione anche Sangiovese, Barbera, Montepulciano e altri vitigni minori. È il caso delle doc Cerignola, San Severo, Rosso Barletta e di molte altre, come ad esempio Orta Nova, una denominazione del foggiano, che tra i vitigni ammessi annovera anche il Lambrusco Maestri.