Il Carrubo è un frutto ormai quasi dimenticato, ma la produzione della farina che ne deriva, pone oggi l’Italia al secondo posto nel mondo dopo la Spagna. Era il cioccolato dei poveri ed era molto ambito dai bambini negli anni 50.

Vi abbiamo chiesto su Facebook se lo riconoscevate e con nostra grande sorpresa è un frutto che riporta alla mente molti ricordi …

Ecco alcuni dei commenti scritti da voi …

  • Carrube, “córrue” in dialetto barese. I suoi semi sono chiamati “carati” e hanno una caratteristica, sono sempre uguali tra loro e hanno sempre lo stesso peso. Anticamente questi semi venivano usati per determinare il peso e da cui il valore delle pietre preziose…il carato.
  • Un tempo era dato ai cavalli e agli asini come integratore perchè ricco di sali minerali
  • Esiste un ottimo latte per neonati di semi di carrube e anche per chi è intollerante al lattosio e derivati!
  • “Pistazz” in dialetto trinitapolese
  • “Cornuli” in dialetto mesagnese
  • Nel barese si chiamano “corn”, per la forma credo. Ma anche perché sono un frutto “democratico”: chi vuole le raccoglie, le mangiano animali e umani, ci si ricava la farina che è un ottimo sostituto del cacao ma nei dolci fa risparmiare su farina di grano e zucchero, ma anche i grani per i rosari
  • Dai frutti oltre a essere commestibili (una volta li mangiavano) si può fare un decotto, tipo vincotto.
  • A Polignano a mare si scrive “còreghe”, ma si legge “corgh”
  • Le “cornule” a Leverano
  • Le “crognl” a Statte e a Mottola
  • Quando ero piccola mi riempivo le tasche mi nascondevo fra i rami di mandorle per mangiarle
  • “Cornlu’ a Otranto

 

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