Purtroppo, l’origine di molti dei giochi più amati da grandi e piccini si perde nel tempo e se ne conoscono pochi dettagli.

Di sicuro in Puglia il gioco tradizionale più conosciuto è il Gioco delle 5 pietre (in dialetto tuddhri).

Il Gioco delle 5 pietre, giocato di frequente fra i viottoli e le scalinate dei piccoli paesini pugliesi era articolato in più fasi, da compiere in sequenza senza commettere errori. Meno complicati sono invece giochi come Nascondino, Strega comanda colore e Palla avvelenata, ancora oggi diffusi tra i giochi dei più piccoli. Riscopriamone solo alcuni.

La trottola (‘u currucole)

Attorno alla trottola veniva messa una cordicella, si iniziava dalla punta, e si stringeva il più forte possibile per evitare che durante il lancio la corda si snodasse e la trottola non avrebbe girato, mentre un capo restava nelle mani del giocatore.

Si lanciava con forza, lasciando srotolare la corda che dava la rotazione.

Più la trottola girava, e più eri bravo. Il lancio veniva effettuato dall’alto verso il basso con il braccio posizionato all’altezza dell’orecchio. I più bravi prendevano la trottola in mano durante la fase di rotazione spostandosela sul palmo.

Il gioco della campana

Il gioco consisteva nel disegnare a terra, con un gesso, un sistema di gioco così composto:

Si disegnavano due rettangoli, uno affianco all’altro, messi di faccia con i lati più piccoli adiacenti, numerando il primo 1 o 10 il secondo 2 o 20, sotto, al centro dei due rettangoli, se ne disegnava un altro numerandolo 3 o 30, sotto se ne disegnavano altri due numerandoli 4 o 40, poi 5 o 50, sotto a questi due se ne disegnava al centro un altro numerandolo 6 o 60 e così via fino ad arrivare a 10 o 100 questo disegno era chiamato “campana”.

Ogni giocatore si dotava di una pietra. Si lanciava la pietra in ordine cronologico nel rettangolo numerato.

Se la pietra si fermava si continuava saltando all’interno della “campana”: si saltava con i piedi all’interno dei rettangoli contemporaneamente e con le gambe larghe per i due rettangoli vicini, poi proseguendo, sempre balzando con un piede in quello singolo, in quest’ultimo un piede era messo nel rettangolo mentre l’altro era alzato, quindi ci si teneva in equilibrio. E così via.

Successivamente si doveva ritornare, nello stesso modo, e raccogliere la pietra dal rettangolo. Terminato il giro senza cadere o senza far cadere la pietra, si passava al rettangolo seguente. E così fino alla fine. Chi cadeva o sbagliava cedeva il posto al giocatore successivo, ed aspettava il suo turno.

Ovviamente vinceva chi arrivava per primo a 10 o 100.

Nuovi giochi

Se alcuni giochi del passato originari della Puglia e del Sud Italia stanno lentamente sparendo, nuovi giochi stanno nascendo per rimpiazzarli, caratterizzati da stile moderno e interesse a far conoscere la Puglia al grande pubblico. Giocando su quell’omonimia che non passa inosservata in Italia, un giocattolaio locale ha contattato la Hasbro e ricevuto l’autorizzazione a produrre un’edizione del celebre gioco Monopoly dedicato alla città di Monopoli. Ambientata nella città barese, questa rara edizione del gioco sostituisce le celebri vie come vicolo Corto con le vie di Monopoli.