Se si parla di ceramiche, non si può non riconoscere in Grottaglie la sua città natia, quella in cui dal XVIII secolo si è iniziato a scoprire che cosa volesse dire lavorare ed ottenere prodotti manifatturieri.

Patria di ceramiche finissime da tempo immemore e a raccontarlo è anche il museo nel Castello Episcopio, in cui si possono ammirare le infinite meraviglie dell’arte che ha segnato indelebilmente la storia cittadina. Manufatti d’uso quotidiano, oggetti devozionali e sculture, tutti nati da un’alchimia di terra e acqua, plasmati nei secoli da mani sapienti e figli di una tradizione che ha saputo rinnovarsi.

Intorno al prezioso centro storico, caratterizzato da stradine tortuose e casette dalle basse volte, si estende il quartiere delle ceramiche.

Tra i principali prodotti della ceramica grottagliese, segnaliamo i “Bianchi di Grottaglie”, i “Capasoni” e i “Pumi”. Oltre a vasi e contenitori vari, segnaliamo anche le “Pupe” e il classico “Galletto”.

Forme e colori dell’artigianato hanno spesso dato un volto ai santi esprimendo la devozione della città che ha il suo clou nei festeggiamenti patronali in onore di San Ciro e nell’accensione della grande pira il 31 gennaio.

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